Metallo noto per la sua grande bellezza ed estremamente duraturo, l’oro è “non a caso” da sempre considerato uno dei materiali più preziosi al mondo. Dalla lavorazione dei gioielli più pregiati fino alle semplici ragioni di investimento, tuttavia, occorre non dimenticarsi che l’oro giunge fino a noi in seguito a un lungo e faticoso processo di estrazione, spesso caratterizzato da passaggi molto costosi in termini di danni ambientali e mancato rispetto dei diritti umani.
Una migliore informazione circa le circostanze di estrazione dei metalli preziosi, nonché una sempre più diffusa consapevolezza del proprio ruolo di consumatori nell’alimentare questi meccanismi ad altissimo costo, hanno contribuito alla diffusione di un nuovo modo di concepire il processo che conduce l’oro fino al fruitore finale. Prende nome di oro etico quell’oro che sia estratto nel rispetto dell’ambiente e nel rispetto dei diritti delle popolazioni coinvolte nella sua estrazione.
Il processo di estrazione dell’oro etico mira ad evitare, prima di tutto, l’utilizzo di agenti chimici ed esplosivi, al fine di impedire il rilascio di pericolosi rifiuti tossici nel terreno e nelle acque. Quella che sembrerebbe una ovvia accortezza è in realtà una conquista per molte popolazioni, specialmente africane e sud americane, coinvolte in questo tipo di attività minerarie, a lungo poste davanti alla scelta tra il sostentamento derivante da un’attività lavorativa in condizioni disumane e la sopravvivenza del proprio stesso territorio. Le tecniche estrattive tradizionali, infatti, hanno a lungo messo in ginocchio intere aree geografiche, devastate dal continuo rilascio di mercurio, cianuro e altri scarti derivanti dall’attività estrattiva altamente tossici per il terreno, la fauna locale e le persone.
L’oro etico si propone di dare il via ad attività minerarie rispettose dell’ambiente e delle persone, perché fedi nuziali, gioielli e lingotti non siano una ricchezza costruita al prezzo di un impatto ambientale e umano altissimo. A tale fine, l’attività estrattiva viene spostata verso quei giacimenti che si trovano lungo i corsi d’acqua, e che per questo non necessitano di quelle tecniche estrattive, tipiche delle miniere sotterranee, che prevedano l’impiego di agenti chimici pericolosi. Il terreno rimosso e lo sfruttamento delle risorse naturali della zona, eventualmente coinvolte nel processo produttivo, dovranno essere attentamente inseriti in un piano di immediata reintegrazione: ciò che l’uomo usa deve essere restituito, affinché la produzione non produca dei costi esterni che ricadano sulle spalle del territorio e dei lavoratori locali.
Ma l’oro etico non ricerca solo procedimenti virtuosi ed ecosostenibili, caratterizzandosi anche per la grande attenzione verso i lavoratori e le loro condizioni di vita e sicurezza. I nuovi metodi estrattivi sono vincolati al rispetto dell’operaio, la cui attività è finalmente sottoposta all’applicazione di vincoli rivolti alla salvaguardia della sua salute e dei suoi diritti. Il monte ore e gli orari di lavoro sono limitati per assicurare il diritto al riposo, l’assistenza medica è garantita e, soprattutto, è escluso lo sfruttamento dei minori. Non è raro, infatti, che molte delle attività estrattive condotte in Asia, Africa e America del Sud avvengano con il criminale sfruttamento di lavoratori bambini, impiegati soprattutto per caratteristiche fisiche che li rendono adatti ad alcune operazioni negli stretti passaggi sotterranei delle miniere.
Un atteggiamento responsabile nei confronti del reale prezzo dell’estrazione dei metalli preziosi si sta rapidamente diffondendo in tutto il mondo. Gli italiani hanno un ruolo di punta in questo fenomeno benefico, grazie al significativo contributo delle aziende estrattive “made in Italy” il cui nome va affermandosi nel panorama internazionale.
Il ruolo di apripista in questa tendenza positiva, nel nostro paese e nell’intero globo, spetta a un’azienda umbra nata nel 2003, la GoldLake, nota proprio per le attività estrattive condotte in maniera etica nei propri stabilimenti in Honduras: un merito che le è valso l’importante ruolo di fornitrice d’oro di marchi di prestigio internazionale come Cartier.
Grazie al diffondersi di un maggiore senso di responsabilità sociale, gli italiani abbracciano in maniera sempre più consistente e convinta l’estrazione e l’acquisto di oro prodotto nel rispetto dell’ambiente e delle popolazioni locali, privilegiando le linee di gioielleria che certifichino accuratamente la provenienza etica delle proprie materie prime.
Particolare attenzione verso la provenienza dell’oro è dedicata ai metalli utilizzati per la lavorazione di fedi nuziali. Da sempre simbolo di amore e di eterna fedeltà, gli sposi desiderano
sempre più che le fedi simboleggino una felicità che non sia costruita sul dolore altrui e sullo sconsiderato sfruttamento del territorio e degli uomini, ma viceversa sul rispetto dell’ambiente e dei diritti umani. Si moltiplicano quindi, in Italia e non solo, intere linee di gioielli e monili che facciano dell’eticità la propria bandiera e il proprio valore irrinunciabile.
La certificazione della provenienza dei materiali è spesso accompagnata, inoltre, a leggere maggiorazioni sul prezzo, che serviranno a sostenere la causa della lotta contro la povertà e lo sfruttamento nei paesi svantaggiati, gli stessi che, solitamente, ospitano i maggiori giacimenti minerari. Una leggera maggiorazione sul prezzo che gli italiani e il resto del mondo sembrano sempre più ben disposti a pagare, pur di abbracciare un cambiamento capace di aiutare davvero il pianeta e intere popolazioni.