Il secondo dei sette tesori del Buddismo è l’argento e rappresenta la virtù.
Metallo prezioso con simbolo Ag, dal latino argentum, è bianco, lucido, tenero. Ottimo conduttore di calore e di elettricità, ancora più del rame che però viene preferito perché meno costoso. Si ossida a contatto con l’ozono. In natura si trova sia allo stato puro che come minerale.
L’argento ha una ampia varietà di utilizzo: in elettronica, in fotografia, per produrre specchi, in odontoiatria, e in molti altri campi. Monete sono state coniate in argento a partire dall’VIII secolo a.C.. L’argenteria è una branca dell’oreficeria che produce particolari manufatti quali cornici, posate, vassoi, vasi e quant’altro possa essere fabbricato con una lega di argento e rame chiamata sterling silver. Ma non mancano gli oggetti prodotti in argento massiccio.
I gioielli in argento non passano mai di moda. Un esempio fra tanti: bellissimi monili, in particolare spille, sono stati realizzati nel periodo Liberty che comprende i decenni a cavallo tra l’Ottocento e il Novecento.
Ma come capire se il gioiello che stiamo ammirando è veramente di argento? Ogni Paese ha una normativa legale che impone di marchiare in un determinato modo gli oggetti d’argento.
Per quanto riguarda l’Italia prima dell’Unità ogni Stato sovrano adottava i propri marchi. Una legge del 1872 volle rendere uniforme la situazione e introdusse una punzonatura, facoltativa, che mostrava una testa di donna turrita e completata da un numero alla base. Il numero 1 indicava argento con titolo 950, inteso come parti su 1000. Il numero 2 il titolo 900 ed il 3 il titolo 800. Nell’epoca fascista le punzonature per l’argento cambiarono nuovamente. Il titolo, espresso sempre con un numero, era racchiuso dentro un ovale. Un secondo punzone riportava il numero dell’argentiere e la provincia di produzione, questi due dati erano separati da un fascio littorio e inseriti all’interno di una losanga tronca. Finita la guerra venne eliminato il fascio. Ma non è finita, una ventina d’anni più tardi, nel 1968, la losanga si trasforma in un esagono allungato e viene aggiunta una stella come simbolo della Repubblica. Se l’oggetto non è d’argento ma solo ricoperto con questo materiale deve essere usato un altro punzone che riporta una R inserita in un quadrato che serve a indicare che l’interno dell’oggetto è “riempito” con un altro materiale. Occorre comunque specificare quanto argento, in grammi, è presente ed ecco quindi un numero esterno al quadrato che specifica tale quantità. Se poi l’argentiere lo desidera può aggiungere il proprio punzone.
Un oggetto senza numeri, ovali o quadrati, ma con inciso un leone passante verso sinistra non è falso ma prodotto in Inghilterra.
I lingotti d’argento hanno una punzonatura che riporta il numero 999/1000. Questo indica che l’argento presente è quasi puro, in quanto sono presenti 999 parti su 1000, per esempio se il lingotto pesa un chilogrammo possiamo essere sicuri che 999 di questi grammi sono di argento.
È quindi semplice capire la differenza che esiste tra l’argento con titolo 925/000 e quello 800/000. È utile ricordare che la percentuale di lega non d’argento è quasi sempre di rame.
Per essere comunque sicuri di non cadere in equivoci è bene rivolgersi ad un compro oro che saprà risolvere con professionalità e gentilezza qualsiasi dubbio.
Copyright © OroElite S.p.A.
P. IVA 10892621003
No. REA RM-1262094